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CORONAVIRUS, CI SAREBBE UNA CURA. SARÀ VERO?

L’annuncio degli scienziati della pecora Dolly. Un’altra fake news?

Fonte: BLITZQUOTIDIANO.IT

PRESERRE (CZ) –  8 APRILE 2020 –   “Abbiamo trovato la cura contro il coronavirus“. L’annuncio è dato addirittura dagli scienziati inglesi che nel 1996 clonarono la pecora Dolly. Si tratta dell’ennesima bufala? Una nuova fake news sul virus? Mancano ovviamente prove e riscontri, però l’aspetto della notizia falsa ce l’ha tutto. 

Ad ogni modo sia il Daly Star che il più autorevole Telegraph danno risalto all’annuncio del team di scienziati. Secondo quanto riportato dal Daily Star, il trattamento sperimentale portato avanti per sconfiggere il Covid-19 è quello delle cellule immunitarie prelevate da volontari giovani e sani.

Uno studio che sarà consegnato al National Health Service britannico entro la prossima settimana. Sembra addirittura che il team Dolly sarebbe già in trattativa con il governo per la diffusione della terapia. La trasfusione cellulare per costruire un’immunità adeguata sarebbe già stata utilizzata per trattare con successo alcuni casi di cancro.

Coronavirus attiva e disattiva le proteine umane

Ottenuta intanto in Italia la mappa dei meccanismi con i quali il nuovo Coronavirus invade le cellule: un passo cruciale per trovare farmaci mirati.

L’ha ottenuta la ricerca coordinata dall’università di Bologna, con il gruppo di Federico Giorgi, e condotta in collaborazione con il gruppo dell’Università di Catanzaro guidato da Pietro Guzzi. Il risultato è pubblicato sul Journal of Clinical Medicine.

I ricercatori hanno individuato il modo in cui le proteine del virus interagiscono con quelle umane e, fra queste ultime, indicano quali vengono attivate e disattivate dal virus e quali gli permettono di moltiplicarsi e di diffondersi nell’organismo.

“Conoscere gli effetti molecolari di questo virus sulle proteine umane è fondamentale per definire strategie farmacologiche efficaci”, ha detto Giorgi. “Inibire le interazioni che abbiamo evidenziato potrebbe costituire una via terapeutica in grado di limitare gli effetti distruttivi del SarsCoV2 e di altri coronavirus sulle cellule umane”.