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CORONAVIRUS, ARTURO BOVA: «COMUNI VICINI A CHIARAVALLE DIVENTINO “ZONA ROSSA”»

L’ex consigliere regionale: “Se il coronavirus è entrato nella casa di risposo, sicuramente ne sarà anche uscito”

di REDAZIONE 

AMARONI (CZ) –  29 MARZO 2020 –  «L’impennata improvvida del numero di casi di contagio da Coronavirus nella provincia di Catanzaro a seguito della triste vicenda che ha colpito la casa di riposo di Chiaravalle Centrale, ha scosso bruscamente l’intero circondario, già fortemente provato dalla battaglia silente dei giorni precedenti».

Lo afferma l’ex consigliere regionale e già sindaco di Amaroni, dove vive da sempre, Arturo Bova

«Stamane (ieri, ndr)  – aggiunge Bova –  ho sentito telefonicamente molti amministratori locali, dal Sindaco di Chiaravalle Mimmo Donato e il suo assessore Bruno Santoro, al Sindaco di Vallefiorita Salvatore Megna, al Sindaco di Amaroni Gino Ruggiero.

Nelle loro parole accorate ho percepito tanta trepidazione, preoccupazione, ansia per quanto sta accadendo. Ma ho anche colto la forza e la determinazione con cui si stanno letteralmente immolando per stare vicino ai loro concittadini.

Ancora una volta spetta a loro, ai Sindaci e agli amministratori locali, stare in trincea. Stanno affrontando con abnegazione e spirito di totale dedizione, una emergenza che avrebbe sfiancato anche il più coriaceo dei condottieri».

«I sindaci sono sempre lì, in prima linea – sottolinea -, impavidi di fronte ai rischi cui espongono loro stessi e le loro famiglie. E tanti a non aspettare altro che facciano uno sbaglio, per poi poterli pugnalarli dalla tastiera di casa.

Ho sentito anche molti familiari degli anziani ospiti della struttura di Chiaravalle Centrale e del personale sanitario che vi opera, per aver un quadro completo di quanto stia concretamente succedendo e di come si stia gestendo questa delicata fase.

Ho parlato per oltre mezz’ora con il mio amico on. Baldo Esposito, esponente della maggioranza di governo regionale.

Ha lui ho riportato le ansie e le aspettative dei Sindaci, di quanto abbiano bisogno di aiuti e, soprattutto, di coordinamento.

Dopo avermi indicato i provvedimenti adottati e quelli in divenire, mi ha rassicurato di un suo diretto monitoraggio della vicenda, minuto per minuto».

«Personalmente – propone Bova –  ritengo che dovrebbe essere istituita nelle prossime ore, non domani (oggi, ndr), ma subito, una task-force con base logistica, organizzativa ed operativa nel Comune di Chiaravalle Centrale, con una sola persona al comando che abbia il compito di coordinare e dirigere tutti gli interventi che saranno ritenuti necessari.

Servirebbe in Calabria anche un uomo come Carlo Tansi che conosce benissimo il territorio e che ha già saputo affrontare efficacemente altre emergenze calabresi.

Non è il momento delle rivalità politiche. Bisogna appellarsi alla competenza e alle capacità personali, oltre che collettive.

Mi auguro che si valuti concretamente anche l’ipotesi di istituire una zona rossa per l’intero comprensorio dei Comuni viciniori a quello di Chiaravalle Centrale.

Non dimentichiamo che gli anziani ospitati nella struttura e il personale sanitario che vi opera, proviene e – o risiede in molti Comuni circostanti.

Se il coronavirus è entrato nella casa di risposo, sicuramente ne sarà anche uscito».

«Ma mi domando anche – si chiede –  cosa possiamo fare noi, semplici cittadini. Siamo tutti attanagliati da una angoscia di impotenza. Vorremmo aiutare in qualsiasi modo, ma non sappiamo come.

La stranezza di questa guerra è che il nemico non ti consente neppure di imbracciare le armi e andare a difendere il Paese, i tuoi figli, la tua stessa vita.

Ma ho capito che, in fondo, ognuno di noi potrebbe essere il miglior soldato di questa guerra se solo riuscisse ad attenersi scrupolosamente alle regole impartitegli».

«Le autorità – conclude –  possono imporci determinati comportamenti da tenere e regole da rispettare.

Spetta a ciascuno di noi essere migliore!»