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COMUNALI A SQUILLACE, STA PER IRROMPERE UNA TERZA LISTA

Possibile “accordo” tra 2.0 e alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle

di Franco POLITO

SQUILLACE (CZ) –  5 APRILE 2019 –  A poco più di 29 giorni dal deposito delle liste non si tratta di capire se ma quando ci sarà l’ufficializzazione.

Perché, salvo sorprese last minute che al momento sembrerebbero improbabili ma in politica “mai dire mai”, la terza compagine in campo alle elezioni comunali del prossimo 26 maggio potrebbe essere quella formata da Movimento 2.0 e alcuni attivisti 5 Stelle.

I 2.0 sono pronti “all’accordo”. Questo, almeno, hanno fatto intendere durante una riunione plenaria (l’ennesima) messa in piedi per capire unitariamente (in piena sintonia con lo spirito democratico che sta caratterizzando e ha caratterizzato il gruppo sin dal suo sorgere) se si è favorevoli a correre insieme ai grillini e chi intende offrire la propria disponibilità mettendosi in gioco con una candidatura.

La “sorgente” del possibile patto è l’idea lanciata dall’esponente 2.0 Luca Occhionorelli,  avvocato, già vice sindaco e amministratore comunale. Nei giorni scorsi ha proposto un tavolo tecnico a cui sedersi con gli altri competitor per affrontare collegialmente la grave situazione finanziaria del Comune. Nelle sue intenzioni il “seguito” avrebbe dovuto essere una lista unitaria intesa come governo di salute pubblica che traghettasse l’ente e tra cinque anni lo consegnasse ai giovani.

Al sì dei 5 Stelle ha fatto da contraltare il “gran rifiuto” dei già sicuri candidati a sindaco: l’ex primo cittadino Pasquale Muccari (Civitas Squillace) e il giornalista Oldani Mesoraca (Tuttinsieme per Squillace). Entrambi hanno disertato la riunione di un paio di settimane fa alla Casa delle Culture.

Poi è venuta la decisione dei 5 Stelle di non correre autonomamente. Alcuni di loro hanno così deciso di insistere con i  2.0 al punto che in una riunione ristretta hanno anche proposto come candidato a sindaco l’avvocato Anna Maria Mungo, profilo attorno al quale potrebbe ruotare tutta l’impalcatura visto che Anna Maria Voci (altro avvocato), nome dei 2.0, dopo un costruttivo confronto con la collega, ha deciso di “cederle il passo”. Sarà della partita come candidata a consigliere. Come dovrebbe esserlo (per ora siamo a livello di suggestione) anche il pentastellato, informatore scientifico a riposo, Pino Facciolo.

Da qui la riunione plenaria 2.0. «Se lista sarà con i 5 Stelle – ha detto nel corso dell’incontro Enrico Pasqua  – prediligerà obiettivi fattibili, seri e concreti cementati da spirito reciproco di collaborazione».

Mentre Giuseppe Gagliardi ha fatto leva sulla necessità di un «gruppo compatto che lavori in spirito di democrazia senza alcun vincolo o imposizione esterna con gene che abbia tempo, voglia e competenza».

Dal canto suo Gerardo Bertolotti, referente locale della Lega Salvini, dicendosi «pronto a gettarsi nella mischia», ha ufficializzato la candidatura.

Occhionorelli, invece, ha insistito sulla grave situazione dei conti comunali e di un possibile secondo dissesto che «mortificherebbe irreversibilmente l’immagine della comunità».

Il suo sogno per superare l’impasse sarebbe stata «una “lista unitaria”, ma evidentemente, i  tempi non erano maturi. I giovani, forse, non si sono sentiti pronti al cambio generazionale anche se per la prima volta siamo riusciti a riunirne un centinaio».

Per sette mesi assieme agli altri ha inseguito un’idea. «Non si pensava a posizione privilegiate – ha evidenziato – ma ad uno scatto d’orgoglio collettivo per il bene della città. Abbiamo perso un’occasione storica».

Occhionorelli, che al momento sembra intenzionato a garantire “solo” l’appoggio esterno, ha dettato la “linea guida”. «Se ci sono le condizioni per fare la lista e accettiamo tutti insieme – ha concluso – chi di noi si candida e viene eletto dovrà “dare l’anima” e lavorare secondo i nostri principi   che sono democrazia,  lealtà e trasparenza.

La coalizione nasce per essere coesi e risolvere i problemi con efficacia maggiore. Se punteremo sui gruppi di lavoro già creati la mia partecipazione esterna non verrà meno».

Tempo qualche giorno e il velo dovrebbe cadere. Allora sì che la città, politicamente, sarà spaccata in tre e gli esiti del voto diventerebbero più che mai incerti.