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“CIVITASQUILLACE: «QUIETA NON MOVERE ET MOTA QUIETARE»


Squillace, il sindaco Pasquale Muccari

Riceviamo e pubblichiamo:

SQUILLACE (CZ) –  13 AGOSTO 2020 –  «È il momento della concordia su un argomento di estrema importanza qual è la nuova Chiesa di Squillace lido, ma, nonostante tutto, non manca chi pure in tale occasione, a dispetto dell’impegno e della prova di buona amministrazione data dal Sindaco, Dott. Muccari e dalla sua maggioranza, riesce ancora a montare polemiche, a rivendicare meriti, a mistificare la realtà e a gettare fango sul Sindaco e sulla maggioranza tutta.

Appare pertanto opportuno far comprendere alla nostra comunità cosa sia accaduto davvero dichiarando, però, sin da ora che si vogliono evitare ulteriori inutili e sterili discussioni, ma allo stesso tempo ripudiando verità alternative costruite ad arte a fini propagandistici o per lo scopo di diffamare la maggioranza.

L’amministrazione Muccari – tutta nel suo complesso – non è mai stata contro la Chiesa e, meno che meno, contro Padre Piero Puglisi o il Vescovo Bertolone o la CEI. Basti ricordare che nel 2016 la stessa amministrazione Muccari aveva approvato all’unanimità l’ampliamento della Chiesa di San Nicola Vescovo.

L’esitazione e la perplessità che hanno animato l’amministrazione comunale di Squillace rispetto al nuovo progetto di costruzione della Chiesa sono derivate principalmente da due considerazioni.

La prima, di ordine procedurale, derivava dal fatto che il Consiglio comunale era stato messo nelle condizioni di dover decidere se accettare o no il progetto iniziale della nuova Chiesa (per un volume di 4.700 mc circa) senza mai essere stato interpellato prima, mentre le linee guida della CEI per la costruzione di nuove chiese, i più moderni principi dell’urbanistica negoziata e anche il semplice buon senso impongono di dialogare con i fedeli e con le istituzioni locali per concertare le soluzioni possibili.

La seconda considerazione, di ordine sostantivo, era legata al fatto che il progetto originario della nuova Chiesa avrebbe avuto un impatto ambientale ed edilizio eccessivo in un sito già caratterizzato da un’alta densità urbanistica.

L’amministrazione comunale nel suo complesso avrebbe dovuto deliberare in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.

Alcuni faciloni si sono subito strumentalmente schierati a favore del progetto senza valutare attentamente tutte le possibili conseguenze accusando anche il sindaco di bizzarrie e maldestri attacchi.

I profeti di sciagura hanno paventato e auspicato la spaccatura della maggioranza, ma ciò non è avvenuto né avverrà per i prossimi anni fino alla fine della consiliatura con buona pace degli iettatori.

Il Sindaco e i suoi consiglieri, invece, sono stati gli unici a premurarsi di valutare funditus la situazione nel suo complesso ravvisando ostacoli insuperabili nei limiti posti dalla disciplina vigente (art. 14 DPR 380/2001, artt. 7, 8 e 9 del DM 1444/1968 ecc.) e, in particolare, nel rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza oltre che di quelle concernenti i parcheggi, le altezze e le distanze.

Tutte questioni che non interessano né possono essere comprese da chi (come i consiglieri di Squillace in movimento Mungo e Facciolo) di amministrazione locale non capisce alcunché e pensa di poter gestire la res publica a soli scopi elettorali.

E così, dando prova di buona amministrazione, piuttosto che alzare barricate o porre veti preconcetti ed ideologici, la via primaria che si è cercato di percorrere è stata quella del dialogo, un dialogo, si badi, promosso dal Sindaco nel superiore interesse degli Squillacesi.

In primis si è tentato di individuare un’area alternativa dove localizzare il nuovo edificio di culto cattolico a Squillace lido nell’ambito della lottizzazione Aversa, a monte della ex SS 106 a poche decine di metri di distanza dall’area in cui sorge l’attuale Chiesa, dove si sarebbe potuto destinare una superficie di ben 8.000 mq (contro gli attuali 2.500 mq circa dell’area in cui sorge la Chiesa esistente).

Solo chi è privo di lungimiranza politica e di pianificazione (è quello che si evince dalla critica dei consiglieri Mesoraca e Zofrea che hanno depositato il loro intervento nel corso dell’ultimo consiglio comunale) riesce a non cogliere che si tratta della costruenda nuova area di ampliamento di Squillace lido dove sorgeranno nuovi quartieri senza soluzione di continuità con l’attuale centro abitato, e dove certamente la nuova Chiesa si sarebbe potuta apprezzare nel suo complesso senza l’ostruzione di altri edifici frontistanti e dove verosimilmente si sarebbero superate agevolmente le difficoltà legate alla costruzione in deroga agli strumenti urbanistici.

Tale opzione avrebbe offerto, inoltre, il vantaggio di preservare – in armonia con i principi urbanistici di conservazione e di consolidazione – la chiesetta esistente, custode di tanti ricordi della comunità di Squillace lido che lì ha visto celebrare i matrimoni, i sacramenti oltre che i funerali propri, di congiunti e di amici.

Ma l’incertezza dei tempi e il rischio di perdita del finanziamento hanno portato Padre Piero Puglisi, il Vescovo e la CEI a mettere da parte tale soluzione.

L’amministrazione Muccari e i committenti hanno concertato, quindi, una riduzione del volume e della superficie del progetto mantenendo come luogo di costruzione della nuova Chiesa quello attuale. Lo spirito di conciliazione ha portato l’amministrazione a non essere rigorosa anche di fronte a tale opzione, valutando con elasticità il nuovo progetto.

Si è data così dimostrazione del modo in cui bisogna bilanciare i contrapposti interessi, quello generale sotteso alla costruzione di un nuovo edificio di culto, e quello altrettanto generale, ma per molti versi superiore, di governo del territorio.

Perché quando un consiglio comunale è chiamato a pronunciarsi in deroga deve essere consapevole della trasformazione irreversibile del territorio per i prossimi 100 o forse 200 anni con le nuove tecniche di costruzione edilizia. E, sebbene un edificio di culto sia senza dubbio un bene e risponda ad un interesse della collettività, è d’altra parte parimenti vero che lo stesso non può qualificarsi come valore assoluto e incondizionato.

Gli errori del passato devono insegnare a cambiare rotta e a non perpetuare le stesse insane condotte. La speculazione edilizia che ha caratterizzato alcune aree della nostra città, specie nella frazione marina non può essere la giustificazione per perseverare e ripetere i medesimi sbagli.

E qualsiasi considerazione sull’indotto che potrà portare la nuova opera di interesse generale non può certo rappresentare “ex se” argomento da solo sufficiente per superare qualsiasi ostacolo. Altrimenti, se questo fosse il ragionamento da seguire, anche agli speculatori edilizi che intendono costruire un grattacielo per investimenti milionari dovrebbero spalancarsi le porte del consenso con nuovi e incondizionati permessi di costruire.

Oggi – si ribadisce – è il tempo della conciliazione e a vincere sono stati il dialogo e la concertazione, ma nessuno può negare che il Sindaco Muccari e la sua maggioranza hanno ampiamente dimostrato senso di responsabilità e serietà, avendo a cuore e l’interesse degli Squillacesi, trovando la migliore soluzione per un problema che si stava complicando oltre misura anche per colpa dei detrattori e dei disturbatori, incompetenti e superifciali, che colgono ogni occasione per strumentalizzare le cose e fare propaganda politica».

“CIVITASQUILLACE”

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