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CHIARAVALLE (CZ) – Tino all’attacco: “Il dissesto? Non è stata assolutamente una scelta politica”

Sindaco e maggioranza compatti alla conferenza stampa [1]
Sindaco e maggioranza compatti alla conferenza stampa

Conferenza stampa del sindaco Gregorio Tino sulla recente dichiarazione di dissesto. <<Un atto dovuto di fronte all’evidenza della situazione>> ha detto il sindaco. All’orizzonte si profila un rimpasto di Giunta per una maggioranza presentatosi compatta e pronta a concludere il mandato

di Franco POLITO

CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – 10 GENNAIO 2015 – <<La decisione di dichiarare il dissesto finanziario non è stata, come qualcuno cerca di fare credere, una scelta politica>>. E’ determinato a chiarire tante cose Gregorio Tino, sindaco di Chiaravalle, nella conferenza stampa di qualche ora fa nella nutrita sala delle conferenze di Palazzo Staglianò.

Al centro delle sue parole lo squilibrio economico del Comune e la dichiarazione del dissesto. Le cause che lo hanno determinato. E sopratutto le responsabilità di chi l’ha cagionato. Il sindaco non è solo. Lo affianca l’intera maggioranza di centrodestra: gli assessori Maria Teresa Sanzo, Sergio Garieri, Giovanni Fabiano e Bruno Pelaia, il capogruppo Santo Sestito e l’ex presidente del Consiglio Giuseppe De Leo. Il segnale è di rinnovata compattezza. Di granitica voglia di proseguire alla faccia delle recenti fibrillazioni.

Tino lo ribadisce più volte. Per l’amministrazione comunale si inaugura oggi una strategia di divulgazione al cittadino <<perché tutti sappiano realmente cosa si è verificato>>. Partendo dalla summa delle verità. <<Se avessimo avuto fini politici – aggiunge il sindaco – il dissesto lo avremmo dichiarato prima, magari al momento del nostro insediamento quando dalla precedente amministrazione di sinistra abbiamo ereditato una massa passiva di 7 milioni e 87 mila euro>>.

Tino ripercorre le tappe che hanno portato al dissesto. Snocciola i fattori determinanti: l’elevato numero di mutui contratti, l’accrescimento del personale e l’onerosità del costo, il rallentato recupero dei tributi, la gestione confusionaria dei residui, la sottostima delle spese per servizi, il continuo ricorso all’anticipazione di cassa, l’utilizzo frequente dei fondi a destinazione vincolata, la propensione al contenzioso, l’alienazione di immobili in alcuni casi mai realizzata e il ricorso alla venduta di terreni gravati da usi civici per garantire apparenti equilibri di bilancio. <<Tutti cagionati da chi ci ha preceduto al governo della città ed ora all’opposizione ci accusa che dovremmo vergognarci. E di cosa? Di avere messo a posto le cose?>> accusa Tino.

Elenca le prime azioni di risanamento intraprese con tagli alle spese, in alcuni casi impopolari ma necessarie. Ricorda, inoltre, l’avvio della procedura da parte della Corte dei Conti e il tentativo di evitare il dissesto con i due Piani di Riequilibrio. Non ultimo del taglio del Governo al fondo di solidarietà che ha privato Chiaravalle di 700 mila euro rispetto all’anno precedente. In pratica la mazzata finale che ha fatto svanire il tentativo del riequilibrio.

<<Tutti sapevano di questo stato di cose -incalza il sindaco – Nessuno può dire che abbiamo occultato i debiti. Che interesse avrebbe avuto l’amministrazione?>>. Tino parla del dissesto <<come di un fatto drammatico>> di <<fronte al quale non si poteva tergiversare>> perché <<un’omissione avrebbe finito con l’aggravare ulteriormente il quadro già di per sé difficile>>. Tino si affida ai documenti. Agli atti amministrativi. <<Di fronte all’evidenza – afferma Tino – il dissesto si è posto come un atto dovuto ed ineludibile ma nessuno può pretendere che ci assumiamo delle responsabilità oltre il consentito soprattutto chi ha causato questa situazione>>.

Tino si accalora. E’ il momento delle bordate contro l’opposizione <<che ha boicottato – spara a zero Tino – il piano di riequilibrio delegittimandolo assieme all’amministrazione che ha subito un vergognoso sciacallaggio mediante la strumentalizzazione di qualunque atto e fatto, diffondendo notizie false e tendenziose e istigando i cittadini a non pagare i tributi quando si è trattato di accertare i condoni. Nonostante le difficoltà abbiamo continuato ad agire ed a garantire i servizi>>.

Poi l’attacco si fa più particolare. Nel mirino c’è il consigliere di opposizione Claudio Foti, capogruppo di Annozero. <<E’ in preda alla disperazione – incalza il sindaco – talmente alla disperazione che è scivolato sul personale e va affermando che abbiamo dichiarato il dissesto per evitare lo scioglimento del consiglio comunale. Niente di più falso. Invece di starsene zitto e collaborare alimenta tensione stringendo alleanze con il Pd per mirare solo al rovesciamento dell’amministrazione comunale democraticamente eletta>>.

Tino insiste. <<Invece di affrontarlo – accusa il sindaco – sfugge al confronto, come nel consiglio comunale che ha dichiarato il dissesto quando assieme agli della minoranza ha abbandonato l’aula prima del voto con il pretesto che il sottoscritto gli ha impedito di parlare oltre il termine previsto dal regolamento comunale. Democrazia significa anche rispetto delle regole>>. Sull’annunciato ricorso del fronte opposizione il sindaco sottolinea <<che non ci interessa, a noi interessa solo di essere a posto con la nostra coscienza e con i cittadini>>.

Poi volta pagina. Passa alle prospettive politico – amministrative e parla di <<un nuovo inizio, dell’avvento della stagione delle verità e dell’assunzione delle responsabilità che adesso, stiano tranquilli quella della minoranza, saranno accertate dalla magistratura contabile con cui siamo pronti a collaborare>>. Adesso arriverà la commissione di liquidazione. La maggioranza è pronta a fare il suo compito. Fino in fondo. <<Vogliamo portare a termine il mandato – annuncia Tino – resistendo alle pressioni, ai tentativi di condizionamento accompagnando il dissesto anche attraverso una rimodulazione dell’organigramma (tradotto, rimpasto di giunta, ndr) e la stesura del programma di fine mandato in cui prevalga l’impegno totale a favore della comunità che deve rifuggire dalla logica del “c’era una volta un paese bellissimo” e guardre in faccia alla nuova realtà>>.

Chi pensava a un indebolimento della maggioranza “azzurra” è servito. I mal di pancia sono scivolati via. <<Noi abbiamo tenuto – conclude Tino – perché il nostro “tasso politico” è alto, veniamo dai partiti e siamo animati da una forte etica>>.