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CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – EMERGENZA CINGHIALI, PITARO: «SERVE SVOLTA IMMEDIATA»

Il presidente del Consorzio di Metanizzazione:«MI preoccupa silenzio delle istituzioni»

di Franco POLITO

CHIARAVALLE CENTTRALE (CZ) – 7 SETTEMBRE 2016 –  Lo aveva fatto da sindaco del Comune di Torre di Ruggiero. Lo fa anche adesso che è presidente del  Consorzio di Metanizzazione delle Serre, l’ente  che associa 18 Comuni dell’entroterra catanzarese e vibonese.

L’emergenza cinghiali, che con le loro invasioni stanno distruggendo raccolti e noccioleti spingendosi dentro ai centri abitati con notevole rischio per l’incolumità fisica delle persone, per Pitaro resta una della maggiori criticità a cui le istituzioni dovrebbero mettere mano.

L’idea è quella di un tavolo operativo che ponga fine in maniera definitiva e decisiva al problema. Gli attori coinvolti sono Regione, Provincia, Comuni, prefettura, organizzazioni di categoria, cacciatori, agricoltori e allevatori. Da salvaguardare c’è un intero comprensorio, già impoverito dallo spopolamento. Un territorio montano desertificato, anche per questo in preda agli ungulati che, per trovare di che nutrirsi, si spingono verso i campi coltivati, là dove ci sono le famiglie che vivono di agricoltura.

«E’ giunto il momento – sottolinea Pitaro – di dare una svolta alla questione che emerge in estate si manifesta in maniera sempre più drammatica». Nella sua mente c’è anche il calendario venatorio non ancora emanato dalla Regione Calabria che prevede la caccia al  cinghiale da ottobre a dicembre. «Troppo poco tempo» afferma Pitaro.

Ma anche il nuovo Regolamento con il quale di gran lunga è stato ridotto il territorio da destinare alla caccia al cinghiale. «A proposito di caccia – insiste Pitaro – quando ero sindaco di Torre, a mò di “provocazione” e per stimolare le istituzioni regionali e provinciali sulla questione, emanai un’ordinanza con cui si anticipava l’attività venatoria agli ungulati dando la possibilità ai cacciatori e ai selettori di poterli abbattere prima dell’apertura ufficiale».

Da allora, circa tre anni addietro, poco sembra essere cambiato. Anzi le incursioni si sono fatte sempre più massicce e pericolose. E con esse è accresciuto il dramma di molte famiglie contadine. «Mi preoccupa, e molto – conclude Pitaro –  il silenzio delle istituzioni locali ai vari livelli. Si tratta di un problema che riguarda la piccola economia rappresentata da gente che certo non specula o chiede di essere risarcita ma solo di poter lavorare la propria terre senza subire danni e devastazioni».

Pitaro ha lanciato l’ennesimo appello. Qualcuno o qualcosa “si muoverà”? Staremo a vedere. Se dovesse accadere, saremo qui a raccontarvelo.