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CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – Bocciatura piano di riequilibrio finanziario, Annozero e Udc incontrano i cittadini

Palazzo Staglianò, uno dei luoghi videosorvegliati [1]

Palazzo Staglianò, uno dei luoghi videosorvegliati

I consiglieri comunali Lorenzo Rauti e Claudio Foti hanno illustrato il documento che contiene le motivazioni del niet pronunciato dall’organo di controllo all’amministrazione Tino

 Fonte: articolo di Dario Macrì (Il Quotidiano della Calabria)

  CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – 20 GIUGNO 2014 –  L’attesa deliberazione n°25/2014 con la quale la Corte dei conti ha bocciato il piano di riequilibrio finanziario del comune è divenuta per la prima volta oggetto di pubblico dibattito nell’incontro con la cittadinanza promosso da Udc e Annzero a Palazzo Staglianò.

 I consiglieri comunali Lorenzo Rauti e Claudio Foti hanno illustrato il documento che contiene le motivazioni del niet pronunciato dall’organo di controllo all’amministrazione Tino. Il capogruppo Udc ha aperto l’incontro dichiarando in maniera sibillina che «a Chiaravalle non c’è libertà di pensiero né di parola».

 Dopo il generale commento di Rauti sul delicato momento politico, economico e sociale che vive la città delle preserre, è stato compito di Foti spiegare la suddetta deliberazione della Corte dei conti. Aggiungendo pochi commenti e attenendosi fedelmente al testo del documento che ha bocciato il piano di riequilibrio «in ogni suo punto».

 Foti ha focalizzato il suo intervento sui principali elementi della delibera dell’organo di controllo. Fra gli altri: l’incapacità di riscossione dei tributi da parte del comune, con «sovrastima degli accertamenti»; l’omissione, da parte dell’Ente in sede d’adozione del piano di riequilibrio, della compilazione delle tabelle relative alle entrate/spese di carattere non ripetitivo; la mancata realizzazione di entrate per alienazione di beni patrimoniali; la mancata contrazione del mutuo in deroga da destinare al finanziamento dei debiti fuori bilancio di parte capitale; la presenza di debiti certi, liquidi ed esigibili certificati dall’Ente ma non ammessi a finanziamento dalla Cassa depositi e prestiti e, dunque, direttamente incidenti in termini di liquidità sulle casse comunali. E poi ancora l’esistenza di partite non più esigibili e per le quali potrebbero essere maturati termini prescrizionali: si tratta di una grossa cifra (1 milione 800 mila euro) di residui dichiarati dal comune, secondo la Corte, prima prescritti poi di «dubbia esigibilità» quindi non prescritti ma considerati «sopravvenienze passive qualora i contribuenti dovessero eccepirne l’intervenuta prescrizione».

 Oltre a fare luce sull’approvazione di bilanci del 2010, 2011 e 2012 definiti «falsi», Foti ha inteso evidenziare dei passaggi della delibera in cui i magistrati contabili dichiarano «confusa e pasticciata la contabilità dell’Ente» e il ricorso al piano di riequilibrio come «puro artifizio» incapace di sanare alle fondamenta lo squilibrio finanziario.

 Annozero ha ribadito come senza la costruzione di un quadro reale della situazione finanziaria dell’Ente, inclusa la riapprovazione corretta dei bilanci degli ultimi anni, è infattibile la formulazione di un nuovo piano di riequilibrio.

 L’alternativa, ossia la dichiarazione di dissesto, secondo Foti non si paleserebbe come scelta politica ma come mera conclusione di carattere tecnico.