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CENTRACHE, UN PROGETTO CONTRO FRANE E INONDAZIONI

Giunta comunale dice sì a iniziativa Cia per metter in sicurezza il territorio nazionale

di Franco POLITO

CENTRACHE (CZ) –  28 DICEMBRE 2018 –  La manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale non è più rinviabile e, in tale ambito, l’agricoltura, alla pari e in piena sinergia con le altre risorse socioeconomiche dei territori, dovrà svolgere un ruolo da protagonista.

 Ne è convinta la giunta comunale del sindaco Fernando Sinopoli.

 Ecco perché ha deciso di farsi promotore delle politiche, azioni e interventi proposti dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) necessari alla definizione di un progetto di messa in sicurezza territoriale.

 «I diffusi ritardi infrastrutturali e la necessità di manutenzione del territorio nazionale – dicono gli amministratori centrachesi –  sono stati drammaticamente riportati alla ribalta dagli eventi che, nel mese di agosto, hanno colpito la città di Genova e che, nel mese di Ottobre, hanno causato ingenti danni in Calabria a seguito dell’alluvione. I territori italiani sono sempre più colpiti da fenomeni di erosione, frane ed alluvioni».

 Si stima, infatti, che l’8% del territorio nazionale e 6 milioni di residenti siano esposti ad alto rischio idrogeologico e che i Comuni interessati da questi fenomeni siano oltre l’80%.

Da qui la necessità di un progetto condiviso che  una volta definito il suo obiettivo generale, dovrà necessariamente essere attuato attraverso una serie d’iniziative.

 Tra esse, quelle prioritarie sono: politiche e interventi orientati al governo del territorio che vanno dalla prevenzione dei disastri ambientali, al mantenimento della biodiversità, fino alle politiche di gestione del suolo e alle azioni per la riduzione del gap infrastrutturale (in particolare nelle aree interne e rurali del Paese); azioni che possano favorire e sviluppare politiche di filiera a forte vocazione territoriale. In tale ambito, sarà necessario allargare le relazioni settoriali “classiche” a nuovi orizzonti (mondo produttivo, artigianale, turismo, commercio, consumatori, collettività) e, al loro interno, favorire processi d’innovazione sostenibile (anche sociale). 

 E ancora, nuove e più incisive politiche di gestione della fauna selvatica, i cui danni hanno assunto una dimensione insostenibile anche in termini sicurezza nazionale, necessarie per avviare il processo di revisione del quadro normativo nazionale (legge n.157/92).

 In quest’ottica, la separazione tra l’interesse privato/ricreativo riscontrabile nell’attività venatoria e quello pubblico, riferibile al contenimento e alla gestione dei carichi, non è più rinviabile; un rinnovato protagonismo degli Enti locali sul fronte della politica agricola comune, visto il ciclo di riforma in itinere e le tante implicazioni della Pac sul progetto che si vuole definire.

 Infine, «specifiche politiche d’integrazione all’interno delle aree interne del Paese  – conclude la Giunta – al fine di favorire processi di ricambio generazionale e salvaguardare l’assetto socio-economico dei territori rurali».