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CENADI (CZ) – GIUDICE PACE CHIARAVALLE, CONSIGLIO DICE SI’ A MANTENIMENTO

Approvato protocollo d’intesa regolante la contribuzione alle spese tra i Comuni interessati

di Francesco LULISSIANO

CENADI (CZ) – 26 LUGLIO 2015 –  Unanimità di voti senza se e senza ma. Il consiglio comunale cenadese ha deciso, compatto, di impegnarsi per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace di Chiaravalle Centrale mediante la contribuzione alle spese di funzionamento secondo le modalità che saranno stabilite nella convenzione o nell’atto costitutivo del consorzio tra i Comuni ricadenti nel mandamento o, comunque, interessati a che il presidio resti in vita.

Per intanto ha anche detto sì al protocollo d’intesa regolante i rapporti tra i Comuni coinvolti dando seguito alla disponibilità manifestata a contribuire alle spese di mantenimento manifestata dai sindaci e dai legali rappresentanti delle amministrazioni comunali interessate nelle riunioni tenutesi al Comune di Chiaravalle Centrale gli scorsi 18 maggio e 12 giugno.

Dopo la chiusura dell’ufficio, avvenuta con il decreto legislativo n. 156 del 7 settembre 2012, nelle Preserre catanzaresi si sta facendo di tutto per riportare in vita l’ufficio del giudice di pace di Chiaravalle Centrale ed «impedire  – ha detto il sindaco Alessandro Teti – che i cittadini di tutto il comprensorio rimangano privi di un importante presidio di legalità importente mezzo di contrasto alla permanenza dei fenomeni di criminalità sul territorio».

L’assist per non arrendersi l’ha fornito lo stesso decreto di cancellazione. Il secondo comma dell’articolo 3 del dlgs 156/2012, infatti, prevede la possibilità per gli enti locali interessati di consorziarsi tra di loro per richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione degli enti stessi.

Non solo, ma la circolare ministeriale del 17 novembre 2014 (Ministero della Giustizia) ha fissato i termini e le modalità per formulare le istanze di ripristino dei giudici di pace soppressi. A proposito di istanza. Gioca a favore delle amministrazioni il differimento al prossimo 31 luglio del termine entro cui gli enti locali possono chiedere il mantenimento degli uffici.

«Siamo convinti – ha concluso Teti – che la giustizia, pur in presenza di congiunture particolari, come quella attuale, non va assolutamente gestita in termini di produttività aziendale perché è, e rimane un bisogno primario della collettività ed i suoi costi devono considerarsi come socialmente utili e doverosamente riassorbibili».