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CATANZARO – Il ruolo della Caritas nella società calabrese

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Oltre dieci anni di iniziative e progetti a tutto campo in favore dei deboli e contro la criminalità organizzata

Articolo di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud)

CATANZARO – 6 APRILE 2015 – Giorno 15 Giugno dell’anno 2012 si è dato il via ad uno dei più lodevoli ed al tempo stesso interessanti progetti che la Conferenza episcopale calabra con la Caritas e di riflesso tutte le diocesi della nostra regione, hanno promosso nel nostro territorio. Il progetto denominato “Costruire speranza” volgerà al termine a Maggio di quest’anno, dopo poco più di due anni, nei quali molteplici azioni di carità e di solidarietà si sono susseguite ed intrecciate.

Queste hanno visto la grande operosità di numerosissimi animatori della legalità della Caritas, protagonisti in attività di educazione, formazione e ricreazione sviluppatesi nella varie diocesi. Molti sono stati i momenti di aggregazione concretizzatisi in una scuola teatrale, in competizioni sportive, in cineforum, affiancati da lunghi periodi di studio e ricerca di dati ed informazioni varie, tutti proclivi alla sensibilizzazione del pensiero dei nostri conterranei , nella aspra e decisa lotta a qualsivoglia forma di criminalità organizzata.

Lo studio e la ricerca che plurime associazioni hanno messo la servizio in questi anni, hanno altresì consentito di elaborare un interessante manuale intitolato “Dal bene confiscato al bene comune”, nel quale si mescolano abilmente numeri, statistiche e pareri di uomini dall’altissimo profilo etico, come Don Ciotti, presidente dell’associazione Libera o Don Pangallo, responsabile, invece, della Caritas regionale. Emerge inesorabilmente dallo scritto che, vasta e profonda è la piaga nella nostra regione cagionata dalla creazione di profitto illecitamente, sfruttando le risorse di beni, terreni o aziende.

I numeri in tal senso non lasciano scampo, quando si legge di oltre 147 aziende confiscate alla mafia ed oltre 1700 beni complessivi, soggetti alle misure di tutela da parte degli organi di giustizia. Piacevole è inoltre che, a lungo andare, il progetto “Costruire speranza” sia stato un crescendo di iniziative, di persone coinvolte e, precipuamente, di associazioni che hanno deciso di fare quadrato, unendosi sotto lo stesso tetto della coscienza e conoscenza di uno spirito di legalità più spinto. Le appartenenze, le origini e le impostazioni di varie e distinte associazioni non hanno frenato l’organizzazione di corsi e seminari contemporaneamente a Lamezia Terme ed a Catanzaro, all’Università Magna Graecia, per di più tuttora in corso, viceversa il tutto ha potenziato il desiderio di mettere in luce una comunione di benevoli e propositivi intenti.

Tanto si sta facendo con il progetto nell’ottica della confisca dei beni e soprattutto per il loro riutilizzo e amministrazione, dando forma a nuove sane realtà imprenditoriali nelle mani di giovani, fino ad adesso disoccupati ed inattivi, perché profondamente scoraggiati. In fondo come testimonia Don Pangallo,” costruire speranza “ educando alla legalità con la parola del Vangelo , “ è Cosa Nostra”.