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CATANZARO – DIGA DEL MELITO, MANNO: “SENZA RISPOSTE PRONTI AD AZIONI ECLATANTI”

Per il presidente del consorzio di bonifica “Ionio Catanzarese” «è giunto il momento della verità». Annunciata occupazione Cittadella Regionale

di Franco POLITO

CATANZARO – 11 OTTOBRE 2016 –  Diga Melito. Per Grazioso Manno, presidente del consorzio di bonifica “ionio Catanzarese” (ente titolare dell’opera) uno dei must per eccellenza della sua azione di uomo al servizio dell’agricoltura.

 Da anni, spesso da solo, si sta battendo per la realizzazione della struttura. Oggi Grazioso Manno, ancora e sempre più battagliero, non si arrende. E’ proprio il caso di dirlo, un fiume in piena.

 “Ma la diga sul fiume Melito, per la Regione Calabria e quindi per il Governo Nazionale rientra tra le grandi opere strategiche del sud?” si chiede Manno. Che, poi aggiunge:  “Perché  di tutto si parla fuorchè di questa diga, che, ricordo, ha avuto il sostegno in un documento, indirizzato al Premier Renzi, firmato da 55 sindaci, i quali individuano in questa infrastruttura idrica  la chiave di sviluppo di un vasto territorio in virtù dell’utilizzo plurimo: idropotabile, irriguo, idroelettrico, ambientale e turistico. A leggere le carte e a sentire le parole sembra di si. A distanza di otto anni, di incessante e quotidiano impegno,  però continuano a fare solo scalpore ed a rimanere i titoli negli archivi dei giornali, ma non sono seguiti atti concreti”.

 “Lo scorso 15 luglio  – fa sapere –  abbiamo comunicato al Ministro Delrio, al Presidente della Giunta Regionale Oliverio e a tutti coloro che ne avevano interesse (tra questi il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Calabria e Sicilia e il Presidente dell’Anac Cantone) che il nuovo progetto preliminare, elaborato dall’Ufficio Tecnico Consortile, quindi senza ricorrere all’esterno, con un risparmio notevole di centinaia di migliaia di euro, è stato definito e adeguato secondo le indicazioni della Direzione Generali Dighe”.

 “Adesso però – sottolinea – è l’ora della verità. Siamo stanchi di aspettare e abbiamo il diritto di sapere che fine ha fatto il lavoro degli ultimi anni per far ripartire l’opera. Stando agli scritti e alle promesse verbali, potremmo essere ragionevolmente sicuri del rifinanziamento poiché le ultime tre giunte regionali che si sono succedute, al massimo livello, hanno documentalmente comunicato al Ministero delle Infrastrutture l’importanza del completamento degli schemi idrici e primo fra questi la Diga sul Fiume Melito. Così come lo stesso Ministro Delrio, in occasione dell’inaugurazione della SS 280, il diciannove dicembre 2015, assicurò, alla presenza del Governatore Oliverio, il rifinanziamento dell’opera una volta completato il progetto”.

 “Ebbene – continua Manno – ora ci siamo, ci aspettiamo che questo avvenga e che come opportunamente sta facendo in questi giorni il presidente Oliverio , che ha aperto un canale privilegiato con il Governo incontrando il sottosegretario De Vincenti in occasione della Legge di Stabilità, l’infrastruttura irrigua Melito rientri insieme ad altre questioni tra le priorità della Regione. La validità dell’opera – continua – è fuori discussione. Completando la diga si costruisce il futuro, infatti consente di superare tutti i problemi di approvvigionamento idrico non solo della città di Catanzaro, ma l’ultimazione e realizzazione dell’invaso, influisce in modo determinante sull’approvvigionamento idropotabile della Calabria Centrale, che oggi si basa su un articolato sistema acquedottistico alimentato da pozzi, invasi artificiali, sorgenti e derivazioni fluviali. Credo fermamente che su questa vicenda il tempo sta per scadere, non è argomento che può essere trattato solo come notizia di cronaca, bensi merita la massima attenzione”.

 «Abbiamo l’intenzione   – annuncia –  di riunire i 55 sindaci del comprensorio, nonché Enti, associazioni, sindacati e forze sociali per decidere cosa fare. Occupare la Cittadella regionale? Se necessario lo faremo! Occupare il Ministero delle Infrastrutture? E’ molto probabile!”

 “Un sano e coerente pragmatismo  – conclude Manno  al quale non rinunciamo”.