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CALABRIA: FASE 2, SAPIA ANNUNCIA PROPOSTA M5S PER CANCELLAZIONE PIANO DI RIENTRO

Bacchettate a Santelli e Cotticelli: “Riattivate l’assistenza sanitaria ordinaria”

di REDAZIONE 

PRESERRE (CZ) –  28 APRILE 2020 –  «La presidentessa Jole Santelli e il commissario Saverio Cotticelli chiariscano come e in quali tempi intendano far ripartire, con riferimento alla sanità pubblica della Calabria, la specialistica ambulatoriale e i servizi ospedalieri ancora fermi. Non è possibile lasciare tutto in mano ai privati, di fatto favoriti da recenti provvedimenti regionali sull’emergenza».

Lo afferma il deputato Francesco Sapia, della commissione Sanità, che osserva: «Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha già riassunto le misure e le tappe della cosiddetta Fase 2, perciò è indispensabile che subito Santelli e Cotticelli si coordino per riattivare pienamente la sanità pubblica, anche ascoltando gli Ordini provinciali dei medici.

Finora – accusa il deputato del Movimento 5 Stelle – i calabresi hanno dovuto subire il caos determinato da un’ingiustificabile sovrapposizione di poteri e da ostinati arbìtri da parte dei vertici di alcune aziende del Servizio sanitario regionale».

«È doveroso – continua il parlamentare – riavviare con metodo e programmazione adeguati i servizi sanitari pubblici, garantendo analisi immediate e la massima sicurezza per i sanitari e i malati. Occorre restare in guardia per il Covid, ma è intollerabile che intere aree della Calabria siano scoperte sul piano dell’assistenza ordinaria, che nelle medesime non siano erogate le prestazioni di base e che nessuno dei responsabili ne risponda alla comunità».

«Per questo – conclude Sapia – è urgente convocare un apposito tavolo, anche con la Protezione civile e la task force regionale, al fine di definire le misure da adottare per l’effettiva e completa tutela della salute da parte delle strutture pubbliche.

Dal canto nostro, come Movimento 5 Stelle presenteremo al più presto una proposta chiara per la cancellazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, che oggi non ha più ragione di esistere».