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CALABRIA: BLOCCO FONDI EUROPEI, PARENTELA “AVVERTE” OCCHIUTO

Il deputato 5 Stelle: “Dirigenza regionale sia autonoma dai partiti politici, inascoltati avevamo già obiettato la posizione di Nicolai”

di REDAZIONE 

PRESERRE (CZ) –  21 OTTOBRE 2021 –  «Da sostituto presidente della Regione, Nino Spirlì e la sua giunta di centrodestra devono rispondere politicamente del blocco a tempo indefinito, da parte della Commissione europea, delle erogazioni del Fondo Sociale Europeo in favore della Calabria, con pesanti conseguenze per la formazione, il lavoro e il sostegno alle politiche scolastiche, dato che tanti milioni sono sospesi per riscontrate irregolarità nel sistema di gestione e di controllo della spesa pubblica».

Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Paolo Parentela, che rimarca: «L’atto della Commissione Ue, comunicato nello scorso agosto, dunque in piena campagna elettorale per le ultime Regionali ma diventato noto di recente, pesa come un macigno sull’operato del dirigente regionale Maurizio Nicolai, negli anni scorsi candidato consigliere regionale, e della responsabile dell’Audit, Roberta Porcelli.

Come Movimento 5 Stelle, eravamo stati tra i pochi a contestare, nel 2020, la nomina di Nicolai a primo dirigente regionale dei Fondi europei, in considerazione della sua pregressa esperienza elettorale. Allora nessuno volle ascoltarci; oggi possiamo dire, in ogni caso, che ci avevamo visto lungo».

«I gravi rilievi della Commissione – incalza il deputato del Movimento 5 Stelle – siano un monito per la politica, a partire dal nuovo presidente della Regione, Roberto Occhiuto, affinché le nomine dirigenziali siano sganciate dalle appartenenze o vicinanze a schieramenti e partiti politici.

Resta il fatto che lo stesso centrodestra ha consegnato alla nuova amministrazione regionale l’ennesimo, grave problema. Si tratta di una beffa per la Calabria, che dovrebbe invece svilupparsi – conclude Parentela – anche con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Se non verranno separate politica e dirigenza pubblica, credo che resteremo ancora in una condizione di arretratezza e che l’emigrazione continuerà ad essere la regola».