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BIMBO SENZA TERAPISTA E SCUOLA CHIUSA A SOVERATO, GRANATO: «ALECCI SI FA CAMPAGNA ELETTORALE»

La posizione della senatrice del Gruppo L’Alternativa c’è-Misto

di REDAZIONE

SOVERATO (CZ)  –  3 MAGGIO 2021 –  “Davanti alla preoccupante vicenda del bambino affetto da grave autismo, che si è visto negare dall’istituto scolastico il diritto ad avere assegnato un terapista con il compito di fare da tramite fra l’alunno con disabilità e gli insegnanti, il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, non trova soluzione migliore che chiudere la classe negando l’accesso a tutti i piccoli alunni.

Il livello di abuso del ruolo a cui sono arrivati gli amministratori degli enti locali ormai è intollerabile”.

E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è-Misto).

“Il sindaco Alecci di Soverato, in corsa per le imminenti elezioni regionali, non ha trovato di meglio per farsi campagna elettorale che sfruttare la vicenda del bambino autistico a cui la scuola non può consentire di avvalersi del terapista privato per la pratica della terapia ABA – afferma la senatrice Granato -. Dico non può, perché una scuola pubblica ha delle regole e cancellare le regole o pretendere di eluderle, sia pure per una causa buona, non è mai una richiesta giusta.

Basti immaginare a cosa succederebbe se ciascun genitore che possa permetterselo chiedesse un analogo affiancamento per il proprio figlio in classe. Ciò che non si può concedere o garantire a tutti, non può essere concesso e garantito a nessuno”.

“Le battaglie di civiltà sono quelle spese per garantire a tutti quello che è giusto vedersi garantito, per i soggetti con autismo la terapia ABA. Per questo, il sindaco di concerto con la scuola avrebbe potuto attuare un progetto ad hoc.

Ci sono tante scuole che riescono a garantire queste prestazioni tramite progetti finanziati da enti pubblici, ma ciò non può essere lasciato alla libera iniziativa del genitore – afferma ancora Granato -. Purtroppo gli amministratori locali, unitamente all’immancabile Associazione Nazionale Presidi, invece di perseguire gli obiettivi tramite strumenti leciti, si pongono al di sopra delle regole, ergendosi a decisori unici delle sorti di quella che dovrebbe essere una comunità educante.

È lecito chiedersi a quale funzione civica ed educativa possano assolvere coloro che dimostrano ogni giorno con atti e parole di non credere nelle istituzioni che amministrano e gestiscono”, conclude la senatrice Granato.