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ASSENTEISMO OSPEDALE LAMEZIA, INDAGINI CONCLUSE PER DUE

Si tratta del funzionario dell’Asp di Catanzaro, Rosario Tomarchio e del direttore sanitario dell’ospedale lametino, Antonio Gallucci

di REDAZIONE 

LAMEZIA TERME (CZ) –  19 AGOSTO 2020 –   Truffa aggravata, false certificazioni e abuso d’ufficio.

Sono le accuse contestate, a vario titolo, al funzionario dell’Asp di Catanzaro, Rosario Tomarchio e al direttore sanitario dell’ospedale di Lamezia Terme, Antonio Gallucci.

Nei loro confronti il sostituto procuratore di Catanzaro, Chiara Bonfadini, ha chiuso le indagini, portate avanti dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme tra i mesi di giugno e settembre del 2018.

I finanzieri hanno posto in luce le continue assenze di Tomarchio dal posto di lavoro senza giustificato motivo.

Le attività di osservazione e pedinamento hanno evidenziato le attività personali e private alla base degli allontanamenti dall’ufficio da parte del funzionario in servizio all’archivio del presidio ospedaliero unico di Lamezia Terme con sede a Girifalco.

Da parte sua Gallucci, accusato di abuso d’ufficio in concorso con Tomarchio, avrebbe omesso di attivarsi per sanzionare l’assenteismo dell’impiegato e, al contrario, avrebbe emanato una serie di autorizzazioni a sua tutela, consentendogli, per esempio, di timbrare il cartellino anche in altre strutture dell’Asp di Catanzaro.

Il sostituto procuratore Chiara Bonfadini, stando al quadro indiziario fornito dalle Fiamme gialle lametine, ha chiesto al gip del Tribunale di Catanzaro la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, per i due indagati, per la durata di un anno.

Il gip ha accolto la misura per il solo Tomarchio, pur rimarcando i gravi indizi anche a carico di Gallucci. «Il Gallucci – scrive il gip – è responsabile proprio di avere creato una situazione tale per cui il Tomarchio non rispondesse più di nulla, emettendo addirittura provvedimenti retroattivi».

Nell’ambito del procedimento è stato emesso nei confronti di Rosario Tomarchio un provvedimento di sequestro preventivo, per equivalente, del valore di 11.582 euro,, pari alle ingiuste retribuzioni percepite nel corso delle assenze ingiustificate.