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AMBIENTE, AUTOLAVAGGI SEQUESTRATI NEL SOVERATESE

Operazioni della Guardia Costiera focalizzata sullo smaltimento delle acque

di REDAZIONE

SOVERATO (CZ) –  17 MARZO 2023 – Nei giorni scorsi l’attenzione dei militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato per la tutela dell’ambiente marino e costieroè stata focalizzata sullo smaltimento delle acque di dilavamento di sei autolavaggi del circondario di Soverato.

Per tali tipologie di attività, la normativa prevede che le acque provenienti dal lavaggio degli autoveicoli, considerate quali “acque reflue industriali”, debbano obbligatoriamente essere convogliate in appositi impianti di trattamento e depurazione per la separazione della parte contenente i residui ed i fanghi di lavaggio.

La possibilità di immissione in pubblica fognatura delle acque depurate è subordinata al possesso dell’Autorizzazione Unica Ambientale prevista dal D.P.R. numero 59 del 2013, autorizzazione di cui, cinque delle sei attività ispezionate, sono risultate sprovviste: per tale grave mancanza oltre ad elevare la doverosa comunicazione di notizia di reato alla competente autorità giudiziaria dei titolari delle attività, gli autolavaggi sono stati posti sotto sequestro penale.

Un sesto autolavaggio, pur essendo in possesso dell’autorizzazione unica ambientale, non sarebbe  risultato in regola con lo smaltimento delle sabbie e dei fanghi derivanti dal processo di depurazione, in questo caso sarebbe stata riscontrata e contestata l’attività abusiva di raccolta e deposito di rifiuti prodotti dal trattamento di reflui industriali la cui operazione di smaltimento non sarebbe stata  effettuata da più di diciotto mesi superando quindi di ben sei volte il limite temporale massimo fissato dalla Legge in materia.

Nell’area di pertinenza della stessa attività sarebbe stato inoltre rinvenuto anche il deposito incontrollato sul nudo terreno vegetale di rifiuti, tra cui alcuni di natura pericolosa, gettati alla rinfusa e non separati per categorie omogenee.

Per tale motivo il titolare dell’attività è stato denunciato a “piede libero” per la violazione alle norme del Codice dell’Ambiente (art. 256 comma 1 del decreto legislativo n. 152 del 2006).

Nel corso delle stesse operazioni, oltre alle denunce penali sono state comminate cinque sanzioni amministrative per l’importo complessivo di 12.200,00 euro.

I relativi procedimenti pendono nella fase delle indagini preliminari.