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AMARONI, IL VIRUS “CANCELLA” LA FESTA DELLE PALME CON GLI EMIGRATI IN SVIZZERA

Annullato il tradizionale viaggio dell’amministrazione comunale a Risch per l’annuale incontro organizzato dal Circolo Sociale Amaronese

di Franco POLITO

AMARONI (CZ) –  6 APRILE 2020 – Il Coronaivrus cancella le tradizioni della Domenica delle Palme. 

Non solo nella terra d’origine amaronese ma anche quelle con la numerosa comunità degli emigrati in Svizzera. L’epidemia, spietata e velenosa, non sta guardando in faccia niente e nessuno. Procede per la sua strada. Travolge quello che incontra. Pure i riti pasquali, che nelle contrade calabrese sono fra le massime espressioni della religiosità popolare. 

Passerà, certo, passerà. Ora, però, c’è l’amarezza di quello che dovrebbe essere e non lo è.  «Ieri  – ricorda il sindaco Luigi Ruggiero – come avviene ormai da qualche anno, avremmo dovuto essere con loro per festeggiare la santa giornata in occasione dell’annuale incontro organizzato dal Circolo Famiglia Amaronese di Risch, cittadina elvetica con la quale esiste uno storico gemellaggio».

La prenotazione del volo, organizzato agli inizia di gennaio,  è rimasta “nel cassetto”. La pandemia ha imposto di rimandare il viaggio all’anno prossimo o, magari, alla prossima occasione. «Purtroppo  – insiste Ruggiero –  siamo qua a trascorrere la festa in modo insolito, per colpa di questo nemico invisibile che ha scosso la vita di tutti noi».

Repertorio

Ruggiero coglie l’occasione per sottolineare che dall’insorgere dell’emergenza «nonostante l’obbligo a trascorrere le nostre giornate nel modo in cui non eravamo abituati, cioè chiusi in casa, la vita ad Amaroni è continuata con ordine grazie e soprattutto ai cittadini, grandi e piccoli, che hanno seguito alla lettera le disposizioni normative e soprattutto a tutte quelle persone che, con il loro lavoro, hanno tenuto e stanno tenendo in piedi il nostro tessuto sociale».

Ed è per questo motivo  che Ruggiero intende «personalmente dire grazie ai commercianti che ogni giorno riforniscono le nostre case di beni di prima necessità; alla sartoria Errebiemme per aver confezionato e donato migliaia di mascherine; al personale di Poste Italiane per aver garantito con regolarità l’apertura degli uffici; agli addetti della ditta Ecoservizi che con dedizione hanno mantenuto il paese pulito; ai medici di base, a quelli della guardia medica ed al personale del 118 per il loro indispensabile lavoro. 

E ancora, «al  farmacista ntonio Notaro della farmacia ed ai suoi collaboratori; ai carabinieri per la continua presenza ed il controllo del territorio; ai dipendenti comunali che hanno garantito la continuità della macchina amministrativa; ai volontari della Protezione Civile per il prezioso supporto all’interno del Coc (Centro Operativo Comunale; al parroco, don Antonio Scicchitano, per la vicinanza con la preghiera a favore della nostra comunità»

L’ultimo grazie, però, va «ai miei colleghi amministratori comunali che non si sono fermati un attimo in questo tremendo periodo di emergenza».