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ALLUVIONI, COLDIRETTI CALABRIA: «IL CONTRATTO DI FIUME CRATI UNA RISPOSTA»

Aceto:  “Anche strumento partecipativo pubblico – privato da perseguire”

di REDAZIONE

PRESERRE (CZ) –  10 FEBBRAIO 2021 – I Contratti di Fiume  – afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – li abbiamo sostenuti fin dall’inizio, perché sono una grande novità nella gestione partecipata del territorio, utile ausilio a scelte condivise, indispensabili per accelerare i processi decisionali, e mettere in sicurezza il territorio.

Il contratto di fiume Crati  – prosegue – è una importante esperienza di Partenariato Pubblico e Privato (PTT) una risposta coerente e decisiva agli eventi alluvionali.

“Il Contratto di Fiume è un modello per lo sviluppo dei valori territoriali nel segno dell’originalità e della distintività, ma soprattutto sono strumento di resilienza davanti alla crisi climatica, le cui conseguenze sono accentuate da cementificazione, abusivismo edilizio e uso improprio delle aree golenali.

Nella sicurezza del territorio bisogna abbandonare la logica, accentuata dall’emergenza Covid, del fare dopo occorre invece  fare subito.

Continuiamo a chiedere che nel contratto di fiume trovino spazio le progettualità esecutive e le sinergie che sono in grado di dare i Consorzi di Bonifica ed Irrigazione, (tre consorzi della provincia di Cosenza sono interessati) perché i fondi Next Generation Eu, unitamente a quelli della nuova Politica Agricola Comune, saranno una straordinaria opportunità per costruire il nuovo modello di sviluppo per la nostra regione.

L’acqua ed il territorio sono beni comuni centrali per ogni politica di sviluppo in chiave agro-ambientale, duratura e sostenibile. I Contratti di Fiume  – ribadisce  Aceto – sono un esempio  di pianificazione territoriale che accentua la partecipazione “dal basso”, coinvolgendo i “portatori di interesse”, ma anche la comunità nel suo complesso.

E’ il momento per il contratto di fiume Crati,  di privilegiare la prevenzione, attrezzando il territorio per aumentarne la resilienza ai cambiamenti climatici, incentivando anche la naturalità del fiume. Una positiva esperienza in fase avanzata che  – conclude Aceto – occorre assolutamente perseguire per uno sviluppo condiviso in una Calabria sicura e pertanto la costituzione della governance è una priorità”.