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ALLA RICERCA DELLE ANTICHE FONTANE, NUOVI PERCORSI NATURALISTICI A SQUILLACE

Il presidente della Pro Loco racconta il suo coinvolgimento nel cosiddetto “Cammino della prima Italia”

di Salvatore TAVERNITI  – Gazzetta del Sud

SQUILLACE (CZ) –  15 NOVEMBRE 2020 –  Nuovi percorsi turistici e naturalistici del territorio di Squillace.

Ne parla il presidente della Pro loco “Scolacium” Agazio Gagliardi, dopo le esperienze dei mesi scorsi e il suo coinvolgimento nel cosiddetto “Cammino della prima Italia” svoltosi nel mese di settembre.

Gagliardi, in particolare, è stato chiamato a elaborare e tracciare il primo percorso tra Squillace borgo e la località “San Fantino”, alla riscoperta delle antiche fontane del circondario.

«Conoscere il proprio territorio – afferma il presidente dell’associazione turistica – significa scoprire i suoi tanti aspetti positivi che non emergono senza uno studio attento. Conoscere profondamente gli ambienti significa assaporarli prima e viverli dopo, attraverso esperienze concrete. Insomma è importante l’esperienza sul campo».

Per Gagliardi, compiere un’escursione è leggere il passato, fatto di storia e tradizione, e comprendere che un presente segnato dalla dimenticanza e spesso dal degrado può essere recuperato e valorizzato. Nei progetti sui cammini e i percorsi naturalistici, secondo il presidente della Pro loco squillacese, è necessario coinvolgere anche le scuole.

«Rappresentano – rileva – un’opportunità di formare, responsabilizzare e coinvolgere i ragazzi attraverso metodologie incentrate “sull’imparare facendo” a completamento di quanto imparano in aula».

 La Pro loco di Squillace, peraltro, sia pur con i pochi mezzi a disposizione, si sta impegnando a diffondere la cultura ambientale attraverso iniziative di valorizzazione e di fruibilità della “valle dei mulini”.

«Abbiamo dato priorità – puntualizza – al progetto del percorso fluviale dell’Alessi e del Ghetterello, con una lavoro di conoscenza di un ambiente poco valorizzato». Secondo Gagliardi, in quella zona vi sono numerose testimonianze di insediamenti cassiodorei, come i resti di un porticciolo fluviale, individuati da tre componenti della Pro loco insieme ad un muro di probabile epoca romana per l’attracco dei barconi, oppure i resti di ponti medievali.

«Ci sono – aggiunge – vecchie mulattiere, fornaci per la lavorazione della calce e tanto altro. Un eccezionale patrimonio ambientale, in cui si possono trovare tanti spunti per un lavoro scientifico sulle acque, la flora, la fauna, la presenza dell’uomo di ieri».

Quindi, l’appello della Pro loco: occorre rendere l’intera area accessibile, con la definizione di percorsi naturalistici, infrastrutture e servizi nell’ottica di una fruibilità eco-compatibile; e creare una forma di turismo sostenibile per future iniziative di sviluppo economico con conseguenti ricadute occupazionali.