“ALLA CORTE DEI BORGIA”, GIÙ IL SIPARIO A SQUILLACE SULLA RASSEGNA LETTERARIA E TEATRALE

Iniziativa de “I Giardini di Hera”, che gestisce il castello, con il patrocinio del Comune

di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud, 21 set 2022)

SQUILLACE (CZ) – 29SETTEMBRE 2022 – Si è chiusa a Squillace la terza rassegna letteraria e teatrale “Alla corte dei Borgia”, su iniziativa de “I Giardini di Hera”, che gestisce il castello di Squillace, con il patrocinio del Comune.

L’ultimo libro presentato è quello di Carmen Di Terlizzi, “Bagliori di eternità. Il romanzo dei Bronzi di Riace”, fresco di stampa. Ha dialogato con l’autrice il giornalista e scrittore Massimiliano Lepera; il cantautore Tony Schito ha eseguito una serie di brani musicali, mentre Maria Macrì e Francesca Carello hanno letto alcuni brani del libro.

Carmen Di Terlizzi, calabrese di Lamezia Terme, al suo esordio come scrittrice, ha collaborato con la Soprintendenza archeologica di Roma, ha insegnato materie letterarie negli istituti superiori ed è consulente per enti e società nel settore dei beni culturali.

Il romanzo, impreziosito da un’opera pittorica del maestro Maurizio Carnevali in copertina e dalla prefazione di Daniele Castrizio, docente di numismatica antica all’Università di Messina, non è altro che la ricostruzione di ciò che sarebbe accaduto il 16 agosto del 1972 quando avvenne la clamorosa scoperta archeologica sulla spiaggia di Riace, con le vicende che ruotarono intorno al rinvenimento dei Bronzi.

A  50 anni da quell’avvenimento, molte domande ancora restano aperte. Si parte dalla Grecia, dove vennero forgiate le statue, per giungere in Italia dove avvenne il naufragio delle navi che le trasportavano.

Una suggestiva storia che si intreccia con la vita di un ragazzo di Riace, Alfredo, il primo che vide affiorare dal mare quei capolavori della statuaria greca.

Al termine della lettura del romanzo, forse i Bronzi di Riace potranno essere osservati con occhi diversi, esempi di grande arte e di bellezza, che meritano di essere meglio valorizzati e collocati in un ambiente del museo reggino più consono alla loro maestosità.