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AIUTI VIRUS, LA MINORANZA “INTERROGA” IL SINDACO DI CHIARAVALLE CENTRALE

Giuseppe Maida, Francesco Maltese e Bruno Pelaia chiedono “di conoscere con esattezza la somma a disposizione e di impiegarla a tutela di tutte le attività presenti sul territorio”

di Franco POLITO

CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) –  30 APRILE 2020 –  Fornire, rispettando la normativa sulla privacy, l’elenco di tutti i richiedenti e dei beneficiari che hanno usufruito del voucher al fine di poter effettuare la funzione di controllo e vigilanza, come per legge.

Lo chiedono al sindaco Domenico Donato con un’interrogazione i consiglieri di opposizione Giuseppe Maida (Pd), Francesco Maltese (“Cambiamo Chiaravalle) e  Bruno Pelaia (Forza Italia)

Nel documento, indirizzato anche al prefetto di Catanzaro, i tre della minoranza  sollecitano una risposta scritta e orale in merito alla gestione degli aiuti relativi all’emergenza covid19 nel Comune di Chiaravalle Centrale a seguito del Decreto Cura Italia.

In particolare, chiedono “di conoscere con esattezza la somma a disposizione e di impiegarla a tutela di tutte le attività presenti sul territorio, in particolare alle attività commerciali maggiormente colpite dall’emergenza, quali Ristoranti, Bar, Pizzerie, Parrucchieri, Centri Estetici, Cura alla Persona, Piccoli Artigiani e attività di non prima necessità”.

Gli “interroganti”, tra le altre cose, ricordano “che con il con Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, denominato “Cura Italia” sono state introdotte una serie di misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” e che “con Ordinanza n.658 del 29.03.2020 della Protezione Civile, è stata assegnata al Comune di Chiaravalle Centrale la somma di  euro 51.632,04 a titolo di misure urgenti di solidarietà alimentare”.

Al “fondo” dell’iniziativa diverse istanze di lamentela ricevute dai cittadini che “sarebbero stati esclusi dal beneficio “Voucher Sociali” in questione” fanno sapere ancora i tre, i quali  sottolineano come la “questione risulta molto delicata e non può essere bollata come una mera ricerca di visibilità mediatico – politico da parte del primo cittadino”.