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8 MARZO, AD AMARONI L’INTEGRAZIONE È POSSIBILE

Per la Festa della Donna incontro dal Comune con la partecipazione di Mimmo Lucano e Daniela Larosa

 di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud, 10 marzo 2022)

 AMARONI (CZ) –  15 MARZO 2022 –  C’è Elisabetta dall’Albania arrivata 22 anni fa; Andrea dalla Romania; Ivalina, bulgara, giunta nel 1984; Sandra, ventitré anni fa è venuta dalla Svizzera; Aliuska, addirittura da Cuba nel 2009; Souad dal Marocco, quattro anni fa; Nadejda dalla Francia e Gina, friulana, cresciuta in Svizzera.

 Otto donne che da diversi anni vivono ad Amaroni, dove, dopo le difficoltà iniziali, hanno trovato la loro dimora ed ora non andrebbero via per nessun motivo al mondo.

 Suggestive storie di inclusione, secondo le loro testimonianze dirette che hanno arricchito il partecipato incontro su “Donne, integrazione e accoglienza”, organizzato dal Comune di Amaroni in occasione dell’8 marzo e moderato dalla giornalista Carmela Commodaro.

 Una bella idea della consigliera comunale alle pari opportunità Cathia Olivadese che ha coinvolto queste nuove cittadine locali, a dimostrazione che nel tessuto sociale di Amaroni ci si integra perfettamente.

 In seguito, il sindaco Gino Ruggiero si è soffermato sul particolare momento che vive l’Europa per il conflitto in atto in Ucraina.

 Quindi, l’intervento di Daniela Larosa, da Mammola, vittima in passato di atti intimidatori, autrice di poesie che hanno il carattere della denuncia sociale. Ne ha declamate tre nel corso dell’iniziativa, rispettivamente sulle donne, sulla fratellanza e su Riace.

 E ospite atteso della serata è stato proprio l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, condannato a 13 anni e due mesi in primo grado nel processo “Xenia” tenutosi al tribunale di Locri sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. 

Lucano ha inizialmente ricordato Becky Moses, la ragazza nigeriana di 26 anni, prima ospite a Riace e poi morta tragicamente nell’inferno di San Ferdinando, e le operaie dell’ex stabilimento Marlane di Praia a Mare morte, insieme ad altri colleghi, per avere contratto gravi patologie tumorali.

 Poi ha parlato della sua esperienza, sul modello Riace, sull’accoglienza promossa prima e durante il suo mandato di sindaco. Solidarietà e altruismo che per tanti, nel corso del tempo, è diventato un problema, fino a far diventare Lucano un fuorilegge.

 «Ora – ha affermato l’ex sindaco riacese – dopo la condanna in primo grado mi sento in libertà condizionata». 

Nonostante ciò, Lucano ha confermato di voler rinunciare alla raccolta fondi organizzata da Luigi Manconi e dall’associazione umanitaria “A buon diritto” per pagare le sanzioni  a cui egli è stato condannato al termine del processo “Xenia” per destinarli all’accoglienza dei profughi ucraini e di altre nazionalità, mettendo a disposizione anche le case di Riace precedentemente nella disponibilità dei suoi progetti umanitari.

 Per lui, come ha inteso sottolineare anche ad Amaroni, è sempre importante tentare il riscatto e rivitalizzare i centri storici, sempre più tesi allo spopolamento, ripartendo dall’accoglienza.